Mondo del Bodhisattva

27.11.2014 17:50

Se fin'ora siamo saliti di gradino in gradino, qui ormai siamo ai piani alti a rischio di vertigine, sulla strada per l'illuminazione.

La parola bodhisattva si traduce come essere senziente illuminato o che illumina gli esseri senzienti.

 

Ma cosa fa di un uomo, un Bodhisattva?

 

E' abbastanza semplice, ma importantissimo per alcuni fattori che vado a snocciolare.

Primo fra tutti è un che non cerca realizzazioni individuali come nei mondi precedenti, ma una costante condivisione con gli altri uomini.

Shakyamuni spiega il valore di questa figura nel Sutra del Loto parlandoci di Fukyo mai sprezzante di cui conosciamo già la storia e dei Bodhisattva della terra, che emergendo dalla terra e in risposta al loro antichissimo legame con Shakyamuni, giurano di risvegliare quante più persone possibili. Tra questi spiccano quattro grandi guide, tra cui Maitreya, che rappresenta la caratteristica fondamentale del Bodhisattva: la compassione.

 

 

Ma cos'è la compassione in senso buddista?

 

Partiamo da cosa non è.

Non ha attinenza con ciò che noi occidentali chiamiamo pietà o carità. In senso stretto la compassione buddista tende a farsi carico intimamente del dolore altrui, sentendolo dentro con tutto il proprio essere.

Ricordo di una madre a cui avevano operato la figlia molto sofferente per il dolore post chirurgico. Al telefono mi diceva: Vorrei che il suo dolore passasse tutto a me!

La difesa della vita in una madre è senz'altro un esempio di compassione buddista.

Però il ruolo del Bodhisattva non finisce qui, fa un altro passo verso il prossimo: toglie la paura e risveglia il coraggio di reagire.

 

San Francesco Abbracciava e curava i lebbrosi sfidando la malattia, riconoscendo in loro, tutta l'umanità.

Mosè libera un intero popolo, risvegliandolo alla propria identità.

Malala Yousafzai è un'attivista per i diritti umani pakistana di sedici anni, che, sopravvissuta a un attentato dei Talebani in cui le hanno sparato alla testa, oggi è candidata al premio Nobel per la pace. All'età di undici anni, sotto pseudonimo, scrisse un diario da cui voglio estrapolare qualche riga:

 

Giovedì 15 gennaio: “Il suono dell’artiglieria riempie la notte”

 

Il rumore del fuoco dell’artiglieria riempiva la notte, e mi ha svegliata tre volte. Ma dal momento che non c’è scuola, mi sono alzata più tardi, alle 10 del mattino. Poi è venuta a casa la mia amica e abbiamo parlato dei compiti. Oggi è il 15 gennaio, è l’ultimo giorno prima che entri in vigore l’editto talebano, e la mia amica continuava a parlare dei compiti, come se non stesse accadendo niente al di fuori dell’ordinario. Oggi ho anche letto il diario che ho scritto per la BBC (in urdu) e che è stato pubblicato sul giornale. A mia madre piace il mio pseudonimo “Gul Makai”, e ha detto a mio padre “perché non cambiamo il suo nome e la chiamiamo Gul Makai?” Anche a me piace perché il mio vero nome vuol dire “addolorata”. Mio padre dice che alcuni giorni fa qualcuno gli ha mostrati una copia di questo diario dicendo quanto sia fantastico. Papà ha sorriso, ma non poteva nemmeno dire che l’autrice è sua figlia.

Per questo diario cercarono di ucciderla, ma non ci riuscirono. Malala ha sentito dentro il dolore e la morte, ma non si è fermata e in sé porta testimonianza di coraggio e determinazione. Il suo esempio porterà altri giovani a rompere il silenzio a favore del diritto allo studio. All'ONU disse: Regalate libri, penne e quaderni ai vostri figli. Date loro opportunità!

Malala porta la sua giovinezza davanti al mondo e il suo nome è sinonimo di diritto alla vita e alla crescita per tutti.

Sta risvegliando intere generazioni future.

 

Quindi l'opera compassionevole del Bodhisattva è farsi carico del dolore; risvegliare le persone alla loro umanità; instillare coraggio; restituire dignità e spingerli a creare nuove opportunità dove la sofferenza li ha resi ciechi e incapaci di reagire.

 

Con la pratica quotidiana insegnata da Nichiren, l'uomo illumina ogni sua tendenza, arrivando a sentire un che si fonde con l'universo. Nella condizione di Bodhisattva, il sentimento di risvegliare gli altri alla propria natura, è parte della sua stessa esistenza. Non è mai un compito, ma un percorso da condividere come acqua fresca in giornate torride.

Esistono ombre?

Certo!

C'è il pericolo che l'occuparsi degli altri, porti a dimenticare noi stessi, o di praticare questa via sperando in benefici corrispettivi, oppure di lamentarsi per il tempo dedicato agli altri e alla pratica.

La via all'illuminazione è più vicina che mai, ma dev'essere percorsa con naturalezza come un viaggio giusto per osservare il paesaggio. Inoltre per il Bodhisattva non è comprensibile alcun percorso solitario, per questo nel buddismo di Nichiren è importante praticare insieme, perché noi tutti siamo interconnessi in ogni momento dell'esistenza, quindi sarebbe stupido pensare di raggiungere qualcosa senza interagire con gli altri e con l'ambiente.